Nucleare in Italia? Dare più ascolto alla scienza.
Comunicato dell'associazione "Energia per l'Italia"
COMUNICATO STAMPA (bozza finale, 25/5/24)
Destano forte preoccupazione le parole del neo insediato presidente di Confindustria Emanuele Orsini che propendono decisamente per un ritorno al nucleare in Italia per scongiurare il rischio della deindustrializzazione del Paese.
Il Presidente Orsini trascura il potenziale assolutamente fondamentale delle rinnovabili che, lo ricordiamo, sono riuscite per la prima volta nella storia a coprire il 51% della domanda elettrica italiana nello scorso mese di aprile 2024; tace, inoltre, sul ritardo dei decreti attuativi del Piano Transizione 5.0 che sta causando il congelamento di 4 miliardi di euro per i crediti d’imposta alle imprese e 1,5 miliardi per l’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili, contribuendo così alla contrazione in atto (-18,9%) della domanda interna di macchine utensili.
Come Associazione Energia per l'Italia (ExIt) vogliamo ribadire che le rinnovabili sono in crescita esponenziale in tutto il mondo arrivando già a coprire il 30% della domanda elettrica globale, mentre l'industria nucleare è assolutamente in una fase di stallo. Preoccupa che Confindustria e il suo nuovo Presidente non abbiano colto queste tendenze internazionali e nazionali.
I dati delle agenzie Iea e Irena mostrano che ormai sono 8 i paesi del mondo dove le rinnovabili coprono il 100% della domanda di energia elettrica, mentre in altri 40 (di cui 11 in Europa) la quota supera il 50%
Anche in California, un'economia decisamente più grande di quella italiana, le installazioni sempre più ampie di solare, eolico e accumulatori stanno portando il sistema elettrico verso l'autonomia dal fossile.
Risulta quindi evidente l'importanza che anche Confindustria si concentri sulla questione della transizione alle rinnovabili, e non metta in campo improbabili ritorni al nucleare, che comunque non vedrebbero una centrale realizzata prima di almeno 15-20 anni, sempre ammesso che gli italiani accettino, dopo due referendum abrogativi, di voler riaprire questa disgraziata partita energetica. Per non parlare della fusione nucleare, sulla quale Eni fornisce da tempo notizie tanto positive quanto discutibili, col possibile scopo di rallentare la transizione energetica dai combustibili fossili alle energie rinnovabili.
Non abbiamo tempo per aspettare decenni perché la crisi climatica incombe, e soprattutto perché abbiamo già a disposizione tutte le tecnologie necessarie per far funzionare la rete elettrica e l'intero Paese con le sole rinnovabili, come mostrano anche gli studi recentemente pubblicati nel libro "L'urgenza di agire" a cura dell'ing. Marco Giusti, uno dei soci fondatori di ExIt.
Le rinnovabili possono abbattere drasticamente inquinamento ed emissioni, e possono anche far risparmiare le industrie, perché la corrente rinnovabile si può autoprodurre facilmente e costa decisamente meno di quella prodotta con le fonti fossili, per non parlare del costosissimo nucleare, che può essere sostenuto soltanto dai governi, come dimostra l'esperienza molto pesante della Francia, che ha dovuto rinazionalizzare il settore elettrico a causa dei costi insostenibili per gli operatori privati.
Invitiamo pertanto il Presidente Orsini a prestare maggiore ascolto alla voce della scienza, che chiede di agire con urgenza per la transizione alle rinnovabili, soprattutto in un Paese come il nostro che dispone di enormi e sottoutilizzate risorse di vento e sole, e che non ha nemmeno una miniera di uranio.
Bologna 25/5/2024, Associazione Energia per l'Italia, per contatti Vittorio Marletto, vitt58@gmail.com