Il clima è sempre cambiato, dunque l'uomo non c'entra (oppure si?)
Una delle tante fesserie sul clima sbufalata
Il “Chimico Scettico” tira fuori un grafico interessante e poco noto sul suo blog. E’ il “power spectrum" (“spettro di potenza”) della variabilità naturale delle temperature su una scala di tempi che va dalle decine di milioni di anni a qualche minuto. I picchi che vedete rappresentano l’intensità dei cicli di una certa frequenza, indicata sulla scala delle x. Ogni picco rappresenta un ciclo rilevabile; per esempio ci trovate il ciclo giornaliero delle temperature diurne e notturne, quello annuale delle stagioni, e a “100 kyr” trovate il picco che corrisponde alle ere glaciali/interglaciali dell’ultimo milione di anni o giù di lì.
Basta un’occhiata per sentire le voci di quelli che si stanno mettendo a urlare, “ma il clima è sempre cambiatoooo!!! E allora cosa c’entra l’uomo??” L’implicazione è che il clima è caotico, quindi non possiamo fare previsioni. Sbagliato. Sbagliatissimo. Se si parla di cicli, vuol dire che il sistema è periodico, ovvero NON è caotico; perlomeno per quanto riguarda questi cicli. Il che vuol dire che è prevedibile, almeno entro certi limiti.
Giustamente, a questo punto il chimico scettico se la prende con i grillini nel suo post dicendo che “un grillino potrebbe concludere che questa è tutta roba da buttare” ma che “la conclusione grillina è, come sempre, sbagliata.” E magari fossero solo i grillini: c’è un sacco di gente, là fuori, che sembra pensare che sia una cosa intelligente dire che “il clima è sempre cambiato” mentre scuotono la testa con aria solenne. CS tira fuori anche Franco Prodi una persona più seria e preparata di tante altre, ma che anche lui dice più o meno la stessa cosa: siccome il clima cambia per conto suo, non possiamo dire cosa causi i cambiamenti.
La faccenda va un po’ spiegata e il post di CS mette insieme molte cose giuste, ma è un po’ lungo e a tratti confuso. Senza andare a fare le pulci a tutto, vediamo di spiegare meglio da dove viene fuori quel grafico e come lo si deve interpretare.
Allora, la prima versione di quel grafico risale al 1976 (!!) e va preso con molta cautela, considerando che l'autore del grafico (Mitchell, J. M. (1976). An overview of climatic variability and its causal mechanisms. Quaternary Research, 6(4), 481–493) dice che è il risultato di un "educated guess". Una versione successiva risale al 2002 e la si trova a questo link dove il grafico viene definito “artistico”. E’ quella linkata dal chimico scettico.
Quindi, il grafico va preso con molta cautela. Trovate una discussione molto approfondita ma complicata in questo articolo recente di Franzke et al., dove il grafico viene citato, ma non ci troviamo una versione aggiornata semplicemente perché non abbiamo abbastanza dati per farne una versione quantitativa affidabile. Nel complesso, tuttavia, possiamo dire che il grafico è qualitativamente valido.
E allora, cosa ne possiamo dedurre? Beh, niente che non fosse noto anche senza grafici. Il clima terrestre, come altri sistemi complessi, è soggetto a cicli di varia periodicità. Questi cicli sono tipici dei sistemi complessi adattativi (CAS), che includono sistemi biologici, sociali, economici, e altri. Un esempio semplice è il sistema di Lotka-Volterra, quello delle volpi e dei conigli, che è la base del concetto dei cicli biologici.
La sostanza della vicenda è che se il clima cambia, c’è qualcosa che lo fa cambiare — questo “qualcosa” lo possiamo chiamare “forzante”, ma non è un punto cruciale. Il sistema complesso tende a entrare in vibrazione, più o meno come la corda di una chitarra, oscillando a delle frequenze naturali che dipendono dalle sue caratteristiche fisiche. A seconda di come la regolate, la corda oscillerà a frequenze diverse, quindi producendo note diverse. Allo stesso modo, l’ecosfera terrestre reagirà con cicli climatici di frequenze diverse.
Per spiegare con un esempio, considerate il ciclo di 100mila anni delle ere glaciali. Lo si correla di solito ai cicli di Milankovitch, ovvero a delle oscillazioni nell’irradiazione solare che la Terra riceve. Ma l’intensità di queste variazioni di irradiazione non è sufficiente per generare i cicli glaciali; è tutto il sistema che entra in risonanza con una serie di effetti fisici e biologici. E’ una storia affascinante e complessa, anche quella poco nota. Varrebbe la pena di raccontarla nei dettagli, ma questo è soltanto un blog, non un trattato di scienza del clima (magari un’altra volta ci provo).
Per ritornare al discorso dei grillini e di altre persone che non han capito nulla di clima. Il fatto che ci siano dei cicli climatici rilevabili non vuol dire che l’attività umana non possa cambiare il clima. In alcuni casi, il gioco di forzanti e feedback genera dei cicli che sono quelli che appaiono nello spettro della figura. Ma l’analisi spettrale “vede” soltanto fenomeni periodici entro i limiti temporali esaminati. La recente forzante umana non potrebbe stare nello spettro semplicemente perché non ci sono stati umani su questo pianeta negli ultimi 4 miliardi di anni. Per vedere la ciclicità dell'intervento di specie intelligenti (per così dire) sul clima, avremmo bisogno di estendere la scala del grafico a parecchie decine di miliardi di anni nel futuro (come minimo!). Ma il pianeta ha solo 4 miliardi di anni o giù di lì, e non durerà così a lungo. Quindi, il grafico non dimostra, e non potrebbe mai dimostrare, che gli esseri umani non hanno effetto sul clima.
Per spiegare meglio con un altro esempio, un singolo essere umano ha un "power spectrum" che mostra picchi creati da vari cicli metabolici: battito cardiaco, respirazione, sonno/veglia, e molti altri. Ma se qualcuno ti dà una martellata in testa, questa è una forzante che non c'è nel power spectrum e non ci potrebbe essere, perché dopo la martellata non c’è più niente da mettere nel grafico; a meno che non ti abbiano preso di striscio. Ci siamo capiti, penso....